Le statistiche

L'impollinazione è un processo fondamentale per la vita sulla Terra, ma recenti relazioni indicano che le api e altri piccoli impollinatori sono a rischio estinzione, rischiando di portare inevitabili ripercussioni sull'industria alimentare e non solo. Il 75% del prodotto alimentare dipende almeno in parte dal ruolo di questi insetti, come anche il 90% delle piante selvatiche a fiore, ed il 16% degli impollinatori è a rischio estinzione a causa di pesticidi ed insetticidi. 
Una soluzione al problema potrebbe arrivare dall'impollinazione artificiale, realizzabile attraverso l'uso di droni o di insetti resi funzionali per questo compito. Le alternative sono esplorate in un recente studio di Miyako ed il suo team. Il primo metodo usa piccoli droni per sostituire gli insetti e i piccoli uccelli, delle dimensioni di 42 x 42 x 22 millimetri e con una massa inferiore a 15 grammi. 
Il dispositivo usato per la sperimentazione era dotato di un giroscopio a sei assi che permetteva movimenti fluidi, radiocomandati. Grazie alla buona manovrabilità e alla qualità del gel a liquido ionico usato per l'impollinazione, il tasso di successo  di raccolta del polline è stato del 53% e l'impollinazione artificiale è riuscita 37 volte su 100. Tuttavia, la via più facile per l’impollinazione artificiale sembra essere quella di “modificare” gli insetti vivi. In futuro, lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale adeguati, coadiuvati da sistemi di geo-localizzazione GPS, potrebbe rendere praticabile la strada dell’impollinazione artificiale attraverso i robot. Ad oggi, però, appare poco vantaggioso l’impiego di droni radiocomandati, che necessitano quindi del controllo umano.




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